martedì 19 marzo 2013

TEATRO Il comitato (art .1) chiede chiarimenti e documenti alla commissione straordinaria


Alla Commissione Straordinaria di Racalmuto
E.p.c. Al sig. Prefetto di agrigento
E.p.c. Agli Organi di stampa

Oggetto: Richiesta chiarimenti e documenti Teatro Comunale

Con la messa in scena, lo scorso 24/01, della commedia “ Il Giorno della Civetta per la regia di  del nipote del grande scrittore e pensatore, mai abbastanza compianto, Leonardo Sciascia i Commissari Straordinari che governano eccezionalmente Racalmuto hanno annunciato e sancito l’ennesima riapertura del Teatro Regina Margherita.
Alla recita avrebbero dovuto assistere il ministro Cancellieri e il presidente Crocetta che hanno, all’ultimo momento, dato buca.
Poiché abbiamo da sempre sostenuto che fosse, prioritariamente, un preciso dovere morale, etico e giuridico quello di mettere in sicurezza il teatro Regina Margherita, esercitandone i doverosi controlli a beneficio di chi vi lavora e del pubblico, e che questo onere spettasse, in primis, a chi amministra il Comune e in subordine a chi ne gestisce l’utilizzo ovvero la Fondazione Teatro Regina Margherita che con atto notarile nel 2004 ne ha ottenuto l’affidamento per 99 anni compresa di una cospicua dote finanziaria per il funzionamento deliberata dall’allora in carica Consigli Comunale; apprendere in questa occasione che in seguito ad ulteriori lavori di sistemazione attivati dalla Commissione Straordinaria, al teatro di che trattasi, hanno consentito l’ottenimento del nulla osta del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco e di conseguenza della Commissione Pubblici Spettacoli  per la recita sopra menzionata, ci rende felici e nello stesso tempo rende giustizia a quanto da noi sostenuto da sempre, ovvero, che il Teatro fin dal 2002, anno della sua prima riapertura alla presenza del Copodello Stato Ciampi, non è mai stato in regola con le prescrizioni di legge in materia di sicurezza, e che qualcuno si è assunto, tantissime volte in questi anni, responsabilità che non poteva assumersi, senza che nessuno (compresi coloro che avrebbero dovuto vigilare)  sollevasse la gravissima situazione.